CAP. I.
RAGIONE DELLO SCRITTO
La storia di Paolo Varnefrido (1) sui Langobardi ha sempre fatto testo quasi esclusivo sui Protobulgari della nostra penisola coi passi del cap. 26, L.II e del cap. 29, L. V, da noi riportati nel precedente opuscolo (2).
Il medesimo autore ci da cenno dei sudditi di Altzek anche nell'epitaffio scritto per la tomba del principe beneventano Arichi, quando dice :..... te luget .....
Apulus et Calaber Vulgar Campanus et Afer.Ne favellano altri scrittori sincroni, come Niceforo e Teofane, specificando che Altzek, prima di presentarsi a Grimoaldo, siasi fermato a Ravenna e nella Pentapoji. Qualche parola se ne trova nella Cronica Cassinese e nella Vulturnense.
Nella "Thabula Chorographica M. Aevi" e pure tracciata la delimitazione del loro contado sannitico (3).
Tutti gli storici posteriori si fermarono alle parole del Diacono solo per enunciare opinioni sulle prerogative giurisdizionali di Altzek e degli eredi suoi (4).
Dalla meta del secolo scorso ai giorni nostri alcuni ricercatori, specie subalpini, si sono dati alla individuazione di terre colonizzate da Bulgari in Lombardia ed in Piemonte ; ed hanno fissato speciale attenzione sulle linee del "Comitatus Burgarensis" indicato in tre diplomi dell '877, dell '890 e del 919 (5). Tale contado, poiche vi erano segnate Bornago e Trecate, fu ritenuto estendersi a destra del Ticino con capoluogo dove ora e Borgo Lavezzano. Ma ultimamente il Pezza al XXVII Congresso Storico subalpino con valide ragioni lo dimostrava a sinistra di detto fiume, pur dandogli per teste di ponte Bornago e Trecate sulla destra (6).
Il Perosa nel 1888 pubblico un'ampia monografia su Borgo Vercellese, compulsando ampiamente il vasto archivio Ricaldone di Biella, e fece conoscere molti personaggi bulgari ecclesiastici signori e scienziati ; ma con direttiva unilaterale tutto riferi ad una sola famiglia ad un solo comune (7).
Il Pochettino, il quale in un suo recente libro ci ha dato quanto di piu organico e sintetico sia stato finora detto sui Langobardi del Mezzodi, ammette senza riserva il concorso di altri popoli nonche dei nativi assoggettati alle opere di guerra e di pace degli arimanni di Alboino ; ma dei Bulgari fa solo un cenno fusace pel Salernitano (8).
Tali studi hanno avuto, senza eccezione, interesse puramente geografico.
Quasi nessuno valuto la vastita della colonizzazione dei Bulgari fra noi, tale da dare anche oggidi, dopo 13 secoli, relitti numerosi ovunque di toponimi probativi. Quasi nessuno ricerco quali apporti abbiano essi fatti alla costituzione dell'odierno tipo etnico italico, quale influsso benefico nell'incremento demografco, come e quante agrarie bonifiche abbiano espletato, come abbiano partecipato al grandi fatti religiosi politici ed economici dal periodo langobardo a quello delle sisnorie, quanti e quali uomini di chiara fama di loro gente promanassero, quali elementi abbiano infine inserito nei procedimenti giudiziari medievali.
Costume di Cercemaggiore (Campobasso).Le bene auspicate nozze del sovrano Boris con una pia principessa di Savoia destarono in alcuni l'interesse rievocare i rapporti del passato fra gl'Italiani ed i Bulgari.
Ci prese allora vaghezza di estendere le indagini prima alla regione sannitica, quindi al regno intero.
Un vasto campo si paro davanti tutto adugiiato di brume. Peraltro, a furia di ficcar lo viso a fondo, qualche cosa riuscimmo a vedervi.
Il libro di un esimio scrittore ungherese, Geza Feher, non solo conferma la giustezza dell'indirizzo da noi assunto, specie nel campo filologico, ma ci ha pure agevolata la strada per le ricerche ulteriori (9).
Egli, riprendendo gli studi del Mikkola (10), ha seguito i Protobulgari nelle varie loro stanze danubiane, ne ha ricercato le primitive lapidee fortificazioni, ha distinto nella parlata ungherese le voci finno-magiare da quelle bulgare, ha segnalato i caratteri delle rune avuti in uso prima dell'adozione della greca scrittura.
Egli finalmente ha dato una certa importanza ai Protobulgari di Pannonia, che tutti gli storici, compresi i Magyari, avevano ignorato ; e che pur necessita studiare con diligenza per la vera e completa nozione di uomini, i quali costituiscono pur ora il sustrato etnico di quasi tutta l'Ungheria e delle migliori provincie rurali d'Italia. La signora Gjika Bobich (11) qualche anno fa tratto dei Bulgari antichi e presenti in una importante italica rivista illustrata. Ma, dopo il volumetto edito nel 1933, le indagini ulteriori ci hanno dato nuova messe di notizie diplomatiche, migliori e maggiori filologici apprezzamenti e piu precise valutazioni razziali etniche ed antropiche.
Il risultato di dette indagini ora esporremo in un profilo generico, riservando la trattazione peculiare dei tre settori geografici del regno ad altro tempo e cosi pure le notizie sui nostri grandi cittadini di bulgara progenie fra noi stanziata prevalentemente con Alboin e con Al-tzek (12).(1) DIACONO PAOLO: " Delle geste dei Longobardi" , E. Sonzogno, Milano. 1915.
(2) D'AMICO VINCENZO : "I Bulgari trasmigrati in Italia nei secoli VI e VII dell'Era Volgare" F.lii Petrucciani, Campobasso, 1933 - XI .
(3) "Chron. S. Benedicti" M.G.H. s. r. l. c. 2. -- "Chron. Vulturnense" R. I. Scrip. I. -- "Chron. Salern." M.G.H., par. XIX, I. III, c. 142. -- ANONIMUS MEDIOLANENSIS: " De Thabula Chor. M. Aevi ", Rer. I, Scrip, X, c. CCLXXIII, Historia Miscella, 1, 19.
(4) DE MEO A.: " Annali del Regno di Napoli", T. II, Napoli 1796. -- CIANNONE P.: " Istoria Civ. del Regno di Napoli", vol. II, cap. 20. -- BALBO C.: "Storia d'Italia sotto ai Barbari", -- MASCIOTTA G. B.: "Il Molise dalle origini al nostri giorni", V. I, cap. 20.
(5) GIULINI: " Memorie storiche della cittia e campagna di Milano", 1854. -- COLOMBO A.: "Vigevano ed il comitato Bulgariense in Viglevanum" , 1913. -- GABOTTO F.: "Per la storia del Novarese nell'Alto Medio Evo", Bollettino Stor. prov. Novara, 1917.
(6) PEZZA F.: "Profilo geografico della Bulgaria italiana" , Cattaneo E., Novara, 1935.
(7) PEROSA M.: " Borgovercelli", Vercelli, 1889. All'archivio storico di Biella, in occasione delle nozze del 28 febbraio 1938 tra S. A. R. iI Duca di Genova e Maria L. Alliaga Bolgaro, fece capo, come ij Perosa, Luigi Borello, che pubblico il volume "I conti Ricaldone-Bolgaro", Torino, Tip. V. Bona, 1938.
(8) POCHETTINO G.: "I Longobardi nell'Italia Meridionale".
(9) FEHER G.: "Les monuments de la culture protobulgare et leur relations hongroises", Museo Archeologico ungherese, Budapest, 1925.(10) MIKKOLA Y.: "Die Chronologie der Turkischen Donaubulgaren", 1914.
(11) BOBICH G.: "La Bulgaria", Vie del Mondo, 1938, XIV, N., 1, Milano.
(12) I precedenti scrittori hanno adoperato la dizione Alzeco. Noi crediamo bene rievocare quella originaria tartara Al-tzek. I due elementi di questa parola composta significante nafus-minimus si riscontrano nella lingua etrusca, de noi dimostrata fondamentalmente altaica. (D'AMICO V.: " Gli Aruspici in rapporto alla questione etrusca", Petrucciani, Campobasso, 1937); inoltre nella parola tungusa uli, nelle tartare aul ed ol, nella turca aile nonche nella tibetana za. Zek e Zik sono i comuni encori del Molise per significare piccola e piccolo.